Aprile - 2020

Oggi mi sono avventurata a prendere il pane dal fornaio. Mascherina e guanti, una fila di 8 persone, siamo entrati uno alla volta e nel periodo di attesa ho potuto osservare la strada intorno a me. Non era completamente vuota, poche auto e alcuni proprietari di cani. Poco più lontano la fila della farmacia, ordinata e tutti ad un metro di distanza. Negozi chiusi, paura negli occhi degli altri, cellulare in mano. A un certo punto in lontananza ho visto un signore con la sua bicicletta che attraversava la rotonda, era carico di borse di plastica strapiene che pendono dal manubrio, grosso con dei pantaloni larghi e molto sopra le caviglie. La mascherina al collo. Pedala con fatica, subito dopo la rotonda scende dal mezzo. Si muove lentamente. Sale sul marciapiede e poi guarda le vetrine di un negozio di stampanti sotto al portico. E' un momento, gira la sua bicicletta, attraversa la strada e si mette sulla corsia opposta. Fa molta fatica a risalire sulla bicicletta, barcolla un attimo. Ha molte borse di plastica, dietro e davanti. E' praticamente in mezzo alla strada, fa fatica, un auto gli passa vicino. Risale sulla bici e pedala. Scompare dopo la rotonda. Probabilmente era un senza fissa dimora. Mi ha fatto dispiacere. Solo, in giro in una città vuota.

Ho preso il pane e sono uscita.

Sono passata anche dalla farmacia, sulla strada contigua colgo la conversazione di due donne, una con il cane e l'altra con le borse della spesa, a distanza di sicurezza, sento dire: "L'hanno ricoverato e dopo tre gg è morto, l'aveva presa forte!"

Quando tutto sarà finito, avremo i nomi di coloro che sono morti e scopriremo che forse qualcuno abitava molto vicino a noi.

Resistiamo.


Domenica - Aprile

Io non capisco la gente che crede di sapere tutto, questo sarebbe il meno se solo non si spacciasse per psicopoliepidemiologico.

Io non capisco la gente che, vive negli stati uniti, e sostiene che chiudersi in casa non è una cosa buona, probabilmente parla perchè vive nella campagna americana, dove le case distano almeno un kilometro l'una dall'altra.

Io non capisco la gente che, vive in Ungheria, finge di essere democratica, pratica la democrazia solo quando va tutto bene, appena serpeggia un pò di paura nomina un dittatore a cui dà pieni poteri.

Io non capisco la gente che, vive in Svezia, si sente superiore alla media dei popoli perchè come sono democratici loro non sono fighi nessuno e non pratica il lockdown ma costruiscono gli ospedali da campo.

Io non capisco i politici, inglesi, che prima pensano solo al lato economico, al moriranno molte persone, poi ci ripensano e iniziano a chiudere ma solo un pochino perchè teniamo una brexit rovinosa, poi chiudono di più ma solo perchè non si poteva fare a meno, poi si infettano loro e tutto lo staff del governo, quindi capiscono che il coronavirus non stava giocando.

Io non capisco Trump ma solo perchè di coerenza e consapevolezza non ne possiede nemmeno l'ombra.

Io non capisco la gente che, vive in Spagna, va ai cortei, forma assembramenti e non gli sfiora minimamente l'idea che il virus ce l'hanno in casa, così il corona è andato a nozze in Spagna e non vuole più tornare.

Io non capisco la gente che, vive in Francia, chiude tutto ma alla mattina si reca al seggio elettorale.

Io non capisco nemmeno i tedeschi, prima non hanno niente, poi chiudono le scuole, poi chiudono anche il resto ma non sono mica infettati e infine iniziano a far trapelare un leggero senso di malessere, sono i morti che non riescono a nascondere.

Putin si fa i caxxi suoi e non gli rompete gli zebedei.

La Cina invece sta richiudendosi per alcuni focolai.

La Svizzera è silenziosa, non è che abbia mai parlato molto nemmeno prima.

L'Austria, no non te lo dice, te lo dice dopo, quando ha risolto tutto, se non la senti è perchè sta ancora in quarantena.

Alla domanda: "Quando finirà?"

Borrelli risponde: "Appena scendono i numeri!"

Nel frattempo preparatevi con ginnastica in casa, mascherine e guanti, pazienza e tanta, tanta meditazione zen.


Aprile prima pandemia globale

Ci stiamo abituando a questa modalità quotidiana dalla struttura contenitiva. Stiamo impostando le giornate in una serie di step che mai ci saremmo mai immaginati prima.

Le lacrime sono il nostro sale mentre riflettiamo su quello che avremmo voluto fare, quello che abbiamo fatto e quello che faremo se usciremo da questo guazzabuglio universale.

Una cosa é emersa drasticamente da questa guerra, le fragilità. Gli anziani e le Residenze Sanitarie, i bambini e la solitudine nel caso di malattia dei genitori, la povertà e tutto quanto le gira intorno, il lavoro nero, la micro criminalità e gli emarginati, gli homeless e le persone affette da patologie psichiatriche. Tutti quelli ai quali nella nostra corsa a conquistare il mondo ci eravamo dimenticati o messi da parte.

Al mondo non interessa la nostra smania di potere, di possesso o di protagonismo.

L'empatia emerge dai vicoli più piccoli e genera un fiume.

Alla fine si adegueranno anche gli scettici, perché é la prima volta nella storia dell'umanità che combattiamo tutti insieme dallo stesso fronte, davanti ad un nemico comune.

Ed ecco emergere un'altra cosa, siamo uguali e non serve la distinzione economica, il valore vita é fondamentale e legato alla tutela della salute.

Il lavoro lo possiamo fare da casa.

Il nostro sviluppo tecnologico ci permette di avere robot che diventano indispensabili anche nella cura.

Si comunica anche senza la presenza.

Si studia anche da casa.

Si ama sempre

Avremo molto altro da imparare, eccome se lo impareremo.


Una nota rivista scientifica pubblica sugli effetti psicologici di quarantena e isolamento.

Si definisce l’isolamento come la separazione delle persone contagiose da quelle non malate. La quarantena consiste invece nel limitare il raggio d’azione delle persone esposte a malattie contagiose, per monitorare se hanno contratto a loro volta il virus. La finalità è quella di limitare l’introduzione della malattia infettiva e la diffusione dell’agente patogeno.

Oltre a queste misure, si parla anche di autoisolamento volontario, pratica standard da attuare quando si sospetta di essere entrati in contatto con persone risultate positive.

I fattori di stress che possono scaturire nel periodo della quarantena e in quello immediatamente successivo vanno tenuti in grande considerazione per limitarne gli effetti negativi. Tra gli elementi più spesso presenti si trovano:

Paura dell’infezione. Gli studi rilevano apprensione per la propria salute ma anche per i propri familiari. Le preoccupazioni diventano particolarmente elevate nel caso in cui i soggetti stiano sperimentando sintomi fisici sovrapponibili a quelli dell’infezione. Il persistere di queste preoccupazioni potrebbe continuare ad avere risvolti psicologici anche molti mesi dopo.

Frustrazione e noia. L’isolamento, la modifica della routine giornaliera e la riduzione dei contatti sociali e fisici con altri, può generare noia, frustrazione e senso di isolamento dal resto del mondo.

Informazioni inadeguate. Ricevere informazioni insufficienti e poco chiare rispetto alle azioni da intraprendere può generare livelli elevati di frustrazione. Inoltre, la scarsa chiarezza rispetto alle ragioni dei provvedimenti può generare una minore aderenza ai protocolli e difficoltà nel rispetto della quarantena.

Finanza. Le perdite finanziarie alimentano forti preoccupazioni a livello socio-economico e possono rappresentare un fattore di rischio rispetto alla sofferenza psicologica (sintomi depressivi) che può persistere anche per diversi mesi dopo la quarantena.

Come mitigare le conseguenze della quarantena?

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi fornisce un vademecum da cui trarre alcuni informazioni utili.

Alcuni semplici suggerimenti per affrontare la quarantena sono:

Instaurare nuove abitudini, riducendo i momenti di noia. Potrebbe essere utile riorganizzare il tempo e lo spazio a disposizione, ad esempio stabilendo a che ora alzarsi, dedicando del tempo alla lettura e alla visione di un buon film, facendo esercizio fisico in casa ecc.

Riscoprire le proprie passioni. Dedicare parte della giornata ad attività importanti per noi e che abbiamo trascurato da tempo (musica, pittura, cucina, ecc.).

Rimanere in contatto con persone a noi care. A questo scopo ci viene incontro la tecnologia, che consente di ridurre il senso di isolamento.

Evitare la ricerca compulsiva delle informazioni. Una volta acquisite le informazioni base su che cosa succede e su che cosa fare, è sufficiente verificare gli aggiornamenti sulle fonti affidabili.

Cosa possono fare le istituzioni e gli operatori di settore

Dare alla popolazione più informazioni possibili. È necessario fornire a tutti i soggetti in quarantena informazioni lineari ed esaustive rispetto alla malattia e alla funzione della quarantena.

Provvedere ad adeguati rifornimenti di beni di prima necessità. È importante che i soggetti in quarantena nelle proprie case abbiano a disposizione i beni di prima necessità (come pasta e latte).

Fornire speciali attenzioni agli operatori sanitari. Può essere utile una rete di supporto a livello psicologico sia per gli operatori sanitari in quarantena, sia per i colleghi sottoposti a ulteriore carico di lavoro.

Potremmo concludere con una riflessione. Facciamo in modo di rendere proficuo questo periodo di attesa utilizzando il tempo a disposizione per riflettere sulle cose che per noi davvero contano. E chissà magari ripartire, appena tutto sarà passato, con maggiori consapevolezze e certezze.


Marzo

Oggi la primavera ha preferito lasciare spazio ad un ultimo colpo di coda dell'inverno, una piccola parentesi prima di esplodere con i suoi colori. Il gatto sonnecchia. Il resto della famiglia dorme. Fuori il silenzio.

Ecco é questo silenzio che agita il cuore e l’intestino.

In questi giorni le notizie non sono state tutte piacevoli e l'animo si incupisce, si rannicchia per proteggersi e non riesci a pensare, ad aver voglia di fare, come se non ci fosse un domani.

Finirà?

Certo!

Quando?

Non possiamo fare previsioni ma siamo certi che finirà!

Quindi capisci che brancolano nel buio e viaggiano a vista, senza una mappa chiara.

Poi c'è questa vastità mondiale, difficile da percepire, ma tangibile dallo schermo della televisione, che deve difendersi autoisolandosi. Lo stesso uomo il cui fondamento dell'evoluzione é proprio la socialità, l'interazione e il passaggio delle competenze. Colpito nella parte fondante e strutturale della sua proprietà più intrinseca.

In effetti la possibilità, vicina, di un estinzione di massa del genere umano era stata richiamata da vari esperti, sinceramente non avevo previsto di parteciparvi, era più un idea per i pronipoti.

Dopo?

Certo ci sarà un dopo!

Infatti, dopo?

Usciremo con calma, non tutti insieme, con le protezioni e riprenderemo a vivere e produrre!

Dipenderà da quanto tempo resto in casa, perché dopo nulla avrà il solito sapore. Già adesso ho capito chi é più stronzo di un altro.


Oggi, domani o ieri.

Ormai quando esci sul balcone pensi di essere su Marte, un paesaggio surreale ed irreale in cui abito io e pochi altri, il resto sono luci che si accendono di notte ed é in quel momento che sospetti la numerosità di individui nascosti dentro piccoli spazi limitati da cemento. Pochi rumori se non qualche auto che passa, le sirene delle ambulanze continuano a lacerare il riposo di chi, ancora, non si é infettato.

All'inizio il mio gatto era piacevolmente euforico della presenza in casa di umani disponibili a fargli carezze e grattini, dopo 10 giorni ha iniziato a disinteressarsi di noi e a preoccuparsi solo di cosa mangiamo. Altra cosa che lo interessa sono i piccioni, ma ultimamente scarseggiano anche quelli.

Una sirena forte e decisa é passata ora, il suono continua lungamente in distanza, poi si acquieta. È un dolore sentirle così spesso.

In casa ci siamo divisi i compiti, un po' per rispetto della privacy e un po' per dare una mansione con cui dipanare la giornata.

Mia sorella prega per tutti.

Mio figlio, secondo, gioca per tutti.

Mio cugino polemizza sul governo per tutti.

Mio zio ironizza su tutto e per tutti.

Mio marito va a fare la spesa per tutti e dappertutto.

Mio fratello ricerca complotti e favorisce complotti a tutti.

Mio figlio, primo, elabora teorie sociopoliecosanitarie spacciandole per verità incrollabili.

Mia suocera non sa nemmeno cosa sia un asintomatico, resta a casa ma non ha ancora capito il reale motivo di questi domiciliari.

Mio padre sospira, guarda fuori dalla finestra e, siccome non sa se arriverà a domani, non gli interessa.

Mio suocero dorme per tutti.

Mia figlia ordina cibo con le app e resta ai domiciliari in camera sua.

Mia madre ha detto che aveva visto tutto nelle carte.

Mio cugino mangia tutto quello che nel frigo era per tutti.

Mia cugina si é chiusa in casa, si fa portare la spesa a domicilio.

Il mio vicino di casa vorrebbe uscire e andare a mignotte ma non può e quindi soffre parecchio.

La mia vicina di casa vorrebbe andare a mangiare la pizza con le amiche e quindi soffre di queste restrizioni.

La mia amica lavora da casa, esce solo per la spesa, le manca tanto il mare.

Il mio amico esce con il cane e poi si guarda tutte le serie TV.

La mia amica soffre ma non sa nemmeno lei per cosa soffre, ma ha ben chiara l'idea che soffre.

Il macellaio non soffre, é asociale dentro, così dice!

La farmacista soffre e gli girano i cabasissi perché non arrivano gli ausili di protezione e le persone non stanno a un metro caxxo!!

La signora delle pulizie del condominio viene sempre due volte alla settimana, pulisce le scale e poi va via. Soffre ma in ucraino.

L'autista dei mezzi pubblici va a lavorare, una mascherina ffp3, porte chiuse davanti e autobus vuoto. Soffre meno ma soffre anche lui.

Sono sfuggite in lontananza altre due sirene.

Ieri qualcuno mi ha chiesto di quantificare la pena: "ma quanto dobbiamo restare così?"

"Devo essere sincera?"

"Sarebbe auspicabile"

"Non sono né una virologia e nemmeno elaboro curve statistiche su modelli matematici, ma se tanto mi dà tanto, non pensiamo di uscire presto dai domiciliari"

"Cioè?"

"Chiusi, blindati con un ora d'aria alla settimana almeno un altro mese, poi se siamo fortunati, forse, ci liberano poco alla volta"

"Quindi finirà tutto per........"

"Questo non lo so, forse mai del tutto!"

"Eh!!?!!"

La vita cambia, alcune volte molto lentamente ed altre invece accelera la sua corsa fino a storditi.

Lontano, lontano un'altra ambulanza.

Preservatevi.


una data qualsiasi ad un ora qualsiasi.

Ormai siamo certi che questi domiciliari ci porteranno via buona parte dei prossimi mesi, intanto sui social inizia la caccia alle streghe e agli stregoni.

Quelli che devono uscire per lavoro ce l'hanno con quelli che stanno a casa; quelli che sono a casa vorrebbero menare i giovani che escono; quelli che hanno il cane si lamentano che possono portarlo solo sotto casa; quelli che non hanno il cane, vorrebbero il cane; quelli che hanno il gatto stanno pensando di portarlo a fare due passi; quelli con i bambini vorrebbero portare i bambini al parco; quelli senza bambini vanno a fare la spesa anche se non gli serve niente.

Poi ci sono i complottisti, il virus è da laboratorio, l'esercito in strada è da dittatura, vi state facendo manipolare, vogliono bloccare le economie forti. E' sempre una caccia alla colpa, sarebbe meglio collaborare, insieme e lasciare le analisi del caso a chi effettivamente ha gli strumenti per farlo. Non possiamo essere tuttologi.

Oggi c'è il sole, la giornata è frizzante ma serena, il silenzio dilaga tra i vicoli e le strade, rotto dalle sirene delle ambulanze. Alla sera vedi le luci accendersi dei palazzi di fronte, qualcuno parla al cellulare nella via, passa un auto e l'autobus gira l'angolo, è vuoto.

Ho spento la televisione, preferisco non sapere il conto dei contagiati. La rabbia si impadronisce del nostro animo, della nostra mente e ci fa perdere il buon senso e la concentrazione.

La cena è frugale, si parla poco, si passa il tempo cercando di lavorare o facendo qualsiasi cosa possa aiutarci a non pensare.

Non siamo soli.


2020 h. 16.13

Ci abitueremo mai a vedere le persone con una mascherina mentre giriamo per strada, al silenzio delle città, alla distanza sociale ed a sentirci braccati da un nemico impalpabile.

Torneremo a visitare luoghi sperduti, a partire per vacanze spensierate e a creare seminari in giro per il mondo.

Resteremo invece imbottigliati nella paura che il nostro prossimo sia il veicolo di un infezione che può danneggiarci.

Sapremo usare gli ausili informatici per ottenere il massimo senza muoverci dalla nostra casa, sapremo essere empatici senza abbracciare il nostro prossimo.

Smetteremo di opprimere, sparare, sfruttare, inquinare, deturpare per la nostra incolumità.

Potremmo ancora sognare il futuro come un desiderio appassionato di felicità.

Faremo ancora l'amore come ai vecchi tempi e ai bambini che nasceranno insegneremo loro cos'era il mondo prima della pandemia del xx° secolo.

Ci troveremo ancora a Natale a mangiare il ragù nostrano e a giocare a carte per poi dormire sul divano mentre i bambini aprono i regali.

Continueremo ad andare dai nostri figli sparsi nel mondo alla ricerca della loro felicità.

Saremo nonni a distanza o con le ginocchia stanche per i troppi saltelli.

Cosa saremo domani?

Un pò migliori di oggi.


La democrazia è un sistema di governo che non può essere definito perfetto ma perfettibile. Questo significa che per quanto si cerchi di fare il meglio non otterremmo mai un plauso generalizzato. Avremo sempre chi è convinto di aver visto unicorni rosa volare e chi, sempre in buona fede, è convinto di riconoscere un colpevole nel rappresentante al governo; per tutto il resto cari miei c'è il buon senso.

In questi giorni ho sentito e letto critiche alle misure prese per contenere l'epidemia. Non sono una virologa, lo premetto, ma non sono ancora riuscita a capire dove possono portarvi questi affondi contro coloro che, responsabilmente, stanno prendendo decisioni non facili. Fermare un paese non è un compito ipotizzato in una democrazia sana, farlo comporta un passaggio di consapevolezza e di grande responsabilità.

In un regime totalitario è molto più rapido, se dicono di stare a casa il giorno dopo sono tutti a casa ed escono, forse, dopo il comando di uscita. Non si chiedono se hanno fatto bene o se era meglio farlo prima, accettano e collaborano.

I regimi totalitari non mi piacciono, preferisco potermi sentire partecipativa ed esprimere la mia opinione ma non riesco a capire le critiche sterili e puerili.

Ho letto in giro sui social alcune cose.

Dovevano farlo prima! Mi chiedo quando? Alla fine di gennaio quando non avevamo ancora casi palesi e vietarvi il vostro agognato aperitivo? Non lo avreste accettato senza gravi motivi.

I cinesi non ci hanno detto tutto! Anche se ci avessero detto molto altro, per noi cosa sarebbe cambiato? Niente!

E' colpa dei cinesi! Non è colpa di nessuno, i virus esistono da miliardi di anni, questo è solo uno che ha scoperto come infettare una nuova popolazione, è la legge del caos.

Non sapete cosa significhi morire soli! No, non lo so e spero di non saperlo ancora per molto tempo, non faccio l'eroe di professione e mi crogiolo nella mia vigliaccheria, però piango tutte le volte che al telegiornale comunicano il numero dei morti giornalieri.

Le mille e una cura che circolano in allegato nelle chat di gruppo su whatsapp, non credeteci, non sanno come curarci ed usano retrovirali per Ebola e HIV, immagino che non siano una passeggiata.

I video sulla terra che si ribella, forse ma non mi sembra che possa sguinzagliare un virus per estinguerci.

Chi non è solo soffre di meno, siamo tutti soli in questo momento e soffriamo tutti nella stessa maniera.

In tutto questo fragoroso silenzio delle città resta il dolore di un umanità impaurita e barricata, fragile e indifesa che lotta, non solo negli ospedali o mantenendo i livelli di sussistenza, lotta organizzandosi una giornata chiusa in casa per un periodo indefinito. Giovani, vecchi, bambini che avrebbero bisogno di una vita sociale attiva, per un benessere psicofisico, rinchiusi in estrema difesa.

Non è facile prendere una decisione del genere e se proprio sono costretto a farlo, lo faccio con motivazioni adeguate.

Cercate di essere collaborativi e più che lamentarvi, chiamate chi ha familiari positivi, chiedete loro come stanno, ascoltateli e poi accendete la musica ad alto volume e pensate ad altro, non per dissociarvi ma per liberare l'angoscia.


Sempre 2020, in un orario qualsiasi, tanto é lo stesso.

Pensare che ne avremo per altri 9 mesi, considerata la partenza immagino che sarà una gravidanza lunga e difficoltosa, speriamo che il parto non sia a rischio. In fin dei conti quello che resterà di un umanità spaventata e vulnerabile dovrà ricomporre nuove strutture e nuove modalità. Con questi termini mi viene in mente il film "Io sono Leggenda" con quelle strade vuote con le piante che si riprendono parte della città, pochi sani al mondo, che poi il senso di sani potrebbe essere anche inteso come benessere psicofisico. Come volevasi dimostrare siamo in pochi, io (lo dico con umiltà umile), un'altra donna dall'altra parte della terra e quei pochi rifugiati sul cocuzzolo della montagna. Vi ricordate? Volevano raggiungerlo insieme, e lui si immola per lei. Niente chiariamo subito che io non sono un eroe, non ne possiedo le qualità e non mi interessa esserlo. Quindi il finale é da rivedere. Cancelliamo il film che ci deprime e domani ne cerchiamo un altro, più positivo.

Oggi é sabato, vi ricordate quelle giornate dal sapore di impegni che variavano dalla spesa alla visita delle amiche, dal cinema alla mostra, il giro di shopping e l'acquisto di cose che nemmeno ci servivano. Ve le ricordate, gli aperitivi, i caffè, le visite al bancomat, i centri commerciali, i gelati, i profumi... le scarpe, il guardaroba. Ditemi che ce ne facciamo di un guardaroba immenso e vario se poi non usciamo, ci servono solo le ciabatte e la tuta. Crollerà il settore dell'abbigliamento, ma ci saranno ciabatte di tutti i tipi. Crollerà il settore delle estetiste, tanto io ho una certa e non lo uso più. Dopo una breve ma intensa riflessione, sono convinta che l'economia avrà grosse sofferenze che ricadranno a pioggia su interi continenti.

Devo farmi forza, devo evitare di focalizzarmi troppo sul problema, organizzare una sorta di scaletta giornaliera, ma non sono abituata, nella mia vita ho sempre improvvisato!!!

È un senso di creatività, bisogno di non restare ferma, fissa su un protocollo ripetitivo, anche adesso, che l'età si é fatta un po' più grigia, non perdo completamente il desiderio del cambiamento e della crescita nel rinnovamento.

Stare ai domiciliari è dura.

Oggi vedremo di saltellare sul posto e cercare di stare bene. Fatelo anche voi.

Alla prox


marzo 2020 h. 17.00

Oggi ho voluto provare l'ebbrezza del rischio e sono andata a fare la spesa, in realtà con un ragazzo universitario in casa si è costretti a garantirgli cibo ricco di grassi e proteine, senza esclusione di alcuni generi compensativi al fatto che gli tocca passare i domiciliari con sua madre. Capisco che sia una prova durissima.

Tornando alla spesa direi che la mia mascherina self made è stata un piccolo successo, guanti di lattice e tanta pazienza.

Gli altri sono stati scrupolosi e attenti.

Ho riempito una parte della cucina con generi non deperibili e credo che, siccome non sono coraggiosa, uscirò solo fra 10 giorni se sto morendo di fame. Sono ancora sconvolta per il rischio, mi sà che vado a fare meditazione per trovare nuovamente un equilibrio.

Non riesco a capire quelli che vanno in giro a correre e iperventilare a vanvera, stò pensando di andare a fare la spesa a mezzanotte nell'unico punto vendita aperto H 24, strategicamente sembra un ottima soluzione, sola con un cassiere.


Marzo 2020 h. 9.02

Ormai il silenzio é l'unica compagnia, esci e sembra perennemente domenica, una di quelle ferragostiane datata 1969, dove le città si svuotavano davvero ed erano tutti al mare o ai monti. La notte prende la testa, il silenzio diventa palpabile, sottile e frusciante, ed alla mattina gli uccellini cinguettano.

Siccome non eravamo riusciti a regalarci una terza guerra mondiale a suon di bombe atomiche, ci ha pensato madre natura che nella sua legge del caos ci ha spedito un nuovo modello di virus così da provare la "prima pandemia globale", ormai mancano all'appello solo l'africa e l'america meridionale e non oso pensare cosa potrebbe accadere laggiù.

Una cosa positiva é che abbiamo smesso di spararci addosso, o almeno molto meno, sembra che anche la criminalità mondiale si sia seduta a guardare. L'inquinamento é diminuito ma gli imbecilli sono ancora fra noi, stanno aumentando i casi psichiatrici, anche sui social, specialmente sui social.

Stiamo costruendo una nuova frontiera di solidarietà e di empatia, di chiamate e di disponibilità a risolvere i problemi quotidiani. I valori e l'essenza stanno prendendo spazio nei nostri cuori e nelle nostre menti.

Siamo partecipi, nostro malgrado, di una grande passaggio per l'umanità, un nuovo punto di partenza e una variazione dello sguardo sociale.

L'anno in corso é bisestile, questo é conosciuto, forse non siete a conoscenza che é governato da Saturno, Plutone e Giove, nessuno di questi é particolarmente simpatico, sappiatelo. Inoltre a breve avremo un meteorite che ci sta prendendo di mira e passerà a poco più di 9mila km dalla terra, praticamente ci sfiora e speriamo che non cambi rotta per cause sempre legate alla legge del caos.

Oggi c'è il sole e la primavera sembra alle porte, ma settimana prossima cambia pure il tempo, questo ci aiuterà a non soffrire troppo per i domiciliari.

Pensare che é un anno giovane, l'anno del topo per l'astrologia cinese, un nuovo inizio, una nuova era. Nuova sicuramente.

La sera ti addormenti consolandoti e la mattina ti svegli constatando che l'incubo non é finito.

L'unico ignaro di tutto ciò é il mio gatto.

Alla prossima


Marzo 2020 h. 3.49

Tutto scorre sempre uguale, le notizie parlano di casi in aumento, morti in aumento, costruzione di ospedali dedicati ai malati, la TV ha smesso di fare programmi in diretta e solo senza pubblico ed ospiti, mascherine ovunque, ignoranza ovunque, presuntuosi e ottusi a go gò, inchieste, pareri e azzeccagarbugli che sciorinano i loro pareri su temi di loro competenza.

Poi ci siamo noi, in casa, che veniamo presi dal panico.

Poi ci sono gli eroi che vanno a lavorare senza mascherina, che credono nella positività del pensiero, che pregano la Madonna e tutti i Santi, che escono a correre, che portano fuori il cane per 16 km, quelli che vanno a fare la spesa tutti i giorni e quelli che il pane lo voglio fresco.

Poi ci sono quelli che il culo nel burro non gli manca, che sono tutelati e che tutto sommato finirà bene.

Ci sono gli anziani, impauriti e silenziosi nelle loro case o RSA, lontani dai figli, soli, fragili.

Infine ci sono quelli che ad oggi stanno facendo il grosso del lavoro, con serietà e cercando di contenere il rischio proprio e della comunità.

Ognuno di noi ha qualcosa che non riesce ad affrontare, non tutti possiamo combattere un nemico invisibile, non siamo tutti uguali, dobbiamo rispettare le fragilità intrinseche personali. Il gregge e la solidarietà sostengono e uniscono tutti con una struttura empatica volta a non lasciare indietro nessuno, senza sensi di colpa e pregiudizi.

Tutelarsi non significa isolarsi.


Marzo 2020 h. 8.31

Ho fatto colazione, fuori c'è il sole e dentro, dentro c'è la solita aria, quella piena di nebbia e incertezza, quella che convive con la paura di un nemico invisibile e quella sensazione che non saprai mai cosa succederà domani.

Ci sono pomeriggi che li passo al telefono, l'argomento più gettonato é sempre lo stesso, ormai diventa un atto di coraggio raccontare delle proprie abilità e ho capito che in queste occasioni riconosci i paraculo, i cinici, i superficiali e gli egoisti. Scopri che i dubbi che nutrivi su alcuni soggetti, per il solo motivo che avevano coltivato l'abilità di mimetizzarsi e muoversi lentamente, oggi non sono più riusciti a cambiare colore. Mentre tu ti batti a petto nudo, dichiarando la tua posizione e cercando di confrontarti apertamente, loro stanno tra le fresche frasche a guardare.

Ci sono anche quelli che non sanno, non guardano, non ti ascoltano e pensano di proseguire il cammino senza cambiare la quotidianità.

Quelli che stanno su Alpha Centauri e non hanno ancora capito che ci sono due lune e qualche alieno.

Quelli dal neurone unico e quelli che troppi neuroni fanno un bisogno di xanax.

Ci sono anche amici che sento volentieri, con i quali si cresce nella comprensione e si sente la vicinanza, si fanno piccoli progetti per il dopo, quando tutto sarà finito.

Dopo.

Quando dopo.

Questa é una guerra virale, se ancora non ve ne siete resi conto, o pensavate che sarebbe finita di qui a due settimane, potete scordarvelo. Non ne saremo fuori tanto presto.

Dobbiamo rivedere tutti i nostri modelli strutturali, di relazione ed economici. Inoltre sarà meglio modificare personalmente le nostre priorità, i nostri valori, le scelte ed evitare comportamenti troppo sociali.

Questo nemico non ha intenzione di lasciarci vincere, anzi é di tutt'altra opinione e sta conquistando le prime battaglie.

Cambiare tutto e presto.

Le fabbriche possono essere automatizzate, buona parte dei lavori possono essere fatti in telelavoro, la vendita commerciale può essere ridimensionate e svolta su piattaforme digitali, restano poche attività da svolgersi in presenza e anche quelle potranno essere sostituite a breve.

Ricordatevi sono una ipocondriaca tendente all'ansia con bassa autostima, un soggetto da non frequentare assiduamente e sostenere con dovuti restringimenti.

Fuori c'è sempre il sole.

La guerra é ancora in atto.

Oggi a mezzogiorno chiuderemo i confini dell'Europa al resto del mondo, un pò chi é dentro é dentro, e chi é fuori si sbrighi a rientrare! Abbiamo passato gli ultimi 70 anni a cercare di togliere i confini e in un mese li abbiamo dovuti ripristinare. La merce viaggerà ma le persone lo faranno molto meno.

Il caffé é finito.

Buona giornata e preservatevi.


Marzo 2020 h 16.13 domenica

C'è silenzio nell'aria, quasi un momento statico, oggi ho sentito meno l'urlo delle sirene, forse mi sto abituando al suono o forse c'è una lieve diminuzione dei ricoveri.

Questa esperienza cambierà il nostro essere umani dalle fondamenta, cambierà le interazioni sociali e politiche ma anche quelle economiche.

Siamo ancora storditi dal cambiamento, non sapremo effettivamente come evolverà questa pandemia, che non è la prima che affrontiamo ma é la prima che non ci lascia il tempo di contrattaccare. Ci ha preso alle spalle, si è impossessata degli umani rapidamente, quasi sapesse che se ci avesse dato spazio l'avremmo potuta battere, rapidamente muta e si sposta, conquista territori e persone.

Stiamo imparando a dare valore alle relazione e agli affetti, i parenti lontani oggi sono nei nostri pensieri, abbiamo già un effetto disinquinante, invece di inviare messaggi ci si telefona, comprendiamo che il denaro non è tutto quello che ci serve e che la salute é un bene prezioso, che a tutto può essere dato un limite e conviene non oltrepassarlo. Siamo ancora nell'incubo e dovremmo abituarci a convivere per un po', volenti o nolenti.

Oggi c'è il sole e stamani mi mancava il natale passato, nonostante gli screzi o le incomprensioni é stato un periodo felice, questo ci dice quanto siamo preoccupati e chi oggi non prova paura o angoscia é una persona che fugge dalla realtà.


Marzo 2020 h. 22.55

Ci sono momenti che mi dissocio dalla realtà, cioè sono nella vita di prima e niente mi sento tranquilla, dura solo pochi minuti poi ritorno a percepire che fuori c'è una guerra virale, penso che finirà a breve due o tre settimane, penso meglio e cerco informazioni, cosa sono i coronavirus, come fanno il salto di specie, mi chiedo se non abbiamo fatto tutto per difenderci e così perdo di vista la quotidianità. I giorni passano ed è già una settimana che siamo relegati in casa, solo una settimana, guardo il calendario per capire quando finirà il coprifuoco, ancora tre settimane. Ma finirà davvero. Realizzo che sarà un utopia. Questa pandemia ci cambierà radicalmente, socialmente e personalmente.

In questi giorni mi è venuta in mente mia nonna, quando mi raccontava della sua vita.

"Sai ho visto due guerre mondiali, la prima avevo solo il nonno al fronte, ed é stata meglio della seconda, noi avevamo solo paura per i nostri cari, non la vivevamo davvero con le bombe, c'erano tanti militari ma poi andavano al fronte e si tremava perché non si avevano notizie" Iniziava a cantare il Piave... Non passa lo straniero!

"Poi é venuta l'altra e quella si che ne abbiamo viste di bombe, venivano giù a grappoli su Milano, si andava nei rifugi e quando uscivi non sapevi se avevi ancora una casa. Molti sono sfollati, noi no, sono restata lì ad aspettare che tornasse il nonno e mio figlio dalla Russia ma non é più tornato, disperso mi hanno detto. Lo hanno lasciato lì al freddo."

Intonava Bella Ciao e cantavamo insieme.

" Due guerre mondiali, io e tua madre avevamo sempre paura e fame. Non si può vivere con il terrore in tasca e l'angoscia nel cuore per tanto tempo. Ti logora. Ti porta via la testa. Ti fa perdere piacere alla vita."

Continuavamo a cantare.

"Ho passato pure la spagnola, era tremenda, ho salvato mio figlio con i panni bagnati sulla stufa e i suffumigi"

Cantavamo ancora una strofa.

"Quanti morti, tanti morti, troppi morti"

Si rattristava e per non farmi troppa paura tornava a cantare l'inno d'Italia.

Stasera mi sono detta che se lei ha attraversato tutti quei drammi raggiungendo i 77 anni é perché aveva la forza di non perdersi nella paura.

Mi avrebbe fatto intonare Fratelli d'Italia e poi avremmo giocato a qualcosa.

Non ho tutta la sua forza, ma credo che questo incubo finirà.


Marzo 2020 h. 11.50

Ieri i morti erano solo numeri, qualche nome importante aveva lasciato un senso di scoraggiamento diffuso, ma stamani ho avuto notizia del primo nominativo conosciuto. E' il momento peggiore, ti chiedi chi sarà il prossimo e la famiglia in isolamento. Non ho avuto contatti con loro ultimamente, ma un mondo ha avuto contatti con loro.

Fuori i rumori sono pochissimi, si è rannuvolato, forse pioverà. Oggi non vorrei sentire numeri da guerra mondiale, accenderò verso sera, devo cercare di riprendere la calma.

I servizi di autotrasporti sono stati ridotti, passano vuoti o con un solo passeggero. Sembra di essere in un mondo surreale.

Una vita con una roulette russa puntata alla tempia. Non è così difficile prenderlo, non è così difficile finire sotto terra.

Questo ci darà modo di riflettere sui veri valori della vita, gli affetti e la possibilità di esserci.

Sul posto di lavoro la tutela viene a mancare.

Non comprendiamo veramente quanto sia difficile.


Sembra tutto molto strano, poco reale, sembra di essere stati sparati in una serie tv horror dai contenuti pandemici, quelle serie che quando le guardi resti per ore a fissarti nello specchio e a chiederti se potrebbe succedere davvero, non come quelle sugli zombie che ormai sai che non esistono. Invece ci siamo svegliati una mattina ed è successo. Prima era dall'altra del mondo e stavano dicendo, tenetevelo mi raccomando, che lui ha preso un aereo, è andato ad una conferenza di una multinazionale, ha infettato un altro paio di persone, che a loro volta hanno preso aerei, macchine e sono andate ad infettare altre persone inconsapevoli. Mi viene da dire, "maledette multinazionali". A parte questo sfogo dettato dal sistema limbico, mi viene da pensare che se avessimo usato le cam per le teleconferenze già da qualche anno, avremmo fottuto il virus e avremmo inquinato molto meno. Avete notato quanto è azzurro oggi il cielo sopra la città. Questo virus cambierà le nostre abitudini, cambierà i nostri stili di vita, perchè è chiaro che siamo animali vulnerabili, che dovremmo rivedere le priorità e i comportamenti personali, sociali e politici per non parlare di quelli economici. E' una sfida, per oggi e il futuro.

Dovete sapere che questi bastardi di corona virus stanno tentando di conquistare il mondo da qualche milione di anni, forse da molto prima della cellula, ci hanno provato e riprovato nel corso dei milioni di anni e questo è il più bastardo degli altri. Nella casualità del caos è passato dai pipistrelli ad un altro animale e poi ha trovato noi, un immenso nuovo mondo da colonizzare e sfruttare per mutarsi. La mia conoscenza dei virus si ferma qui, lo dico molto umilmente, vi basta cercare qualcosa attraverso Google per raggiungere le stesse mie informazioni, a questo punto aggiungo solo che nonostante i nostri enormi passi in avanti in campo medico, per questo bastardo non conosciamo ancora la modalità di neutralizzarlo.

Ci stiamo già lavorando ma ci sta battendo sul tempo.


Data astrale marzo 2020, luogo Lombardia, ora 7.04

Siamo in tanti da queste parti a sentire quel profondo disagio che ti perfora le viscere e gela l'anima. Stanotte erano le 3 che mi sono svegliata, sentivo la cervicale che faceva male, ho dovuto alzarmi e passare parte della nottata in attesa che il farmaco facesse effetto. Fuori il silenzio era spettrale, hanno portato via la differenziata e la luna era grande, tanto grande. Quando ho cercato di riaddormentarmi il dolore ha ripreso a mordermi sul lato destro del collo. Ho pensato, proprio adesso stà vigliacca devi ripresentarsi? Non ho dormito molto, ho ancora sonno, sono stanca per la preoccupazione dell'epidemia ed il suo rapido evolversi.

Alla fine mi sono alzata, nuovamente, in attesa della colazione per via della terapia guardo fuori, passa un autobus, la signora al piano di sopra fa rumore, il cielo è sereno ed un aereo lascia due scie bianche in alto, la luna bianca trasparente sta scomparendo dietro il tetto del condominio davanti. Si avvia una nuova giornata di saracinesche abbassate, di panico e di speranza.

Qui stiamo solo in attesa che passi tutto, negli ospedali combattono per salvare vite. Mai avrei potuto pensare di trovarmi in una situazione del genere, locale e globale.

Fino a ieri sono riuscita a mantenere una certa calma, a vedere le cose senza farmi prendere dal panico, ma oggi, oggi, inizio a capire come ci si sente durante una guerra, parlo delle emozioni, quel desiderio che finisca il prima possibile, quella sensazione di non poter proteggere i propri figli, quella tensione superficiale e profonda che ti divora le energie, domandarti se finirà e se ne vedrai la fine. Le sirene delle ambulanze più volte al giorno e tu ti domandi: ma come un altra? Poi dopo un po' realizzi che se ne senti tante, vuol dire che sono aumentate, allora apri la televisione e ascolti il telegiornale, i numeri sono da guerra, contagiati 3528, morti 75 e ti chiedi se sia possibile uscirne.

Eppure la vita continua, si va avanti.